OSSIDIANA

Ideazione, ricerche e coreografia Fabrizio Favale
Musiche e live electronics Daniela Cattivelli
Assistente alla coreografia Andrea Del Bianco
Danzatori Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Martina Danieli, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Stefano Roveda, Davide Valrosso
Maschere di sabbia vulcanica dell’Eyjafjallajökull, Islanda, settembre 2014 Fabrizio Favale e Alberto Trebbi
Sassi dell’appennino tosco-emiliano, affumicamento di maschere e vestizione di danzatori Andrea Del Bianco e Fabrizio Favale
Con il contributo di MIBAC e Regione Emilia-Romagna
Con il supporto di Ater Danza e AtelierSì

 

Foto Alfredo Anceschi

 

 

Presentato alla Biennale de la Danse de Lyon 2016, questo lavoro prende le mosse dall’osservazione di quei particolari fenomeni che riscontriamo in natura, dove le forme restano, per così dire, incompiute, o danno origine ad altre forme prima d’aver raggiunto quella che ci si aspettava. Su questo sentiero si muove Ossidiana, un lavoro che al suo interno lascia fluire innumerevoli accadimenti, prima che i precedenti siano conclusi, passando da pura materia coreografica, a live electronics concert, a travestimenti con maschere realizzate con le sabbie dell’Eyjafjallajökull.

 

“Lo spettacolo si articola su un’idea di successione tempestosa, di immagini incastonate le une nelle altre, di simultaneità, una cascata di figure che variano dall’astrazione ipnotica ottenuta con dance ripetitive, a momenti in cui gli interpreti si travestono con maschere realizzate con sabbia di ossidiana del vulcano Eyjafjallajökull. Tutto appare e scompare. Nei momenti di vuoto sulla scena l’orizzonte diventa neutro che lo spettatore può riempire con la sua immaginazione la sua memoria. In quei momenti il concerto live di Daniela Cattivelli diventa importante, delicato, da ascoltare nelle sue larghe siderali atmosfere.”
di Massimo Marino – Corriere di Bologna, giovedì 28 Gennaio 2016

 

“Il y a quelque chose de profondément tellurique dans la pièce de Fabrizio Favale, Ossidiana. Le titre, tout d’abord, qui fait référence à l’obsidienne, cette pierre volcanique noire qui recouvre les plages du sud de l’Italie, mais aussi l’inspiration, que le chorégraphe est allé chercher en Islande pour composer cette pièce. Huit danseurs, torses nus ou la tête recouverte d’une capuche, évoluent sur un plateau désert au son d’un mix musical réalisé en direct par Daniela Cattivelli, qui suggère des paysages rocheux, balayés par les vents. Cela ressemble à un rite initiatique, à une cérémonie sacrificielle dont sont emplis les récits mythologiques et qui ramène la danse à son origine sacrée. Jouant sur l’étymologie des mots «désir» et «étoile», sur leur racine latine commune, Favale n’associe pas la danse à une réflexion sur l’humanité mais plutôt à une quête sidérale, à la poursuite du bonheur.”
By Stéphane Caruana – published on HÉTÉROCLITE September 2016 France