GIULIANO
Ideazione Fabrizio Favale
In collaborazione con Andrea Del Bianco
Danzatori Vincenzo Cappuccio, Andrea Del Bianco, Fabrizio Favale
Musiche Benjamin Britten
Con il contributo di MIBACT e Regione Emilia-Romagna
Foto Fabrizio Favale
Questo lavoro coreografico prende le mosse dalle memorie e le opere dell’imperatore Giuliano (331 – 363 d.C.), romanzate dallo scrittore americano Gore Vidal, che regna in un’epoca in cui il paganesimo greco-romano cedeva il passo a un’incalzante cristianesimo.
Lungi dal riportare in danza quelle vicende narrate, il lavoro raccoglie la struttura narrativa a tre voci del romanzo di Vidal (Prisco, Libanio e Giuliano), in un succedersi di danze perlopiù astratte e costruite secondo uno schema di dialogo, o corrispondenza epistolare, o, se vogliamo, di teatro Elisabettiano, dove si parla o si agisce alternativamente uno alla volta (Prisco e Libanio), più una forma isolata, intima, che non attende risposta, tipica dei racconti in forma di memorie (Giuliano). E ne raccoglie ciò che resta di un’ardente utopia, la grana immaginativa sottesa sia ai dialoghi sia alle memorie, amante di fuoco di mondi e modi del pensiero destinati alla scomparsa.
E ciò che resta è l’impalcatura volatile sulla quale poggia in bilico tutto il lavoro: vapore, fumo, qualche stecco sparuto.