Le Stagioni Invisibili – Ciclo Coreografico Infinito
Primavera Estate Autunno Inverno
Ideazione e coreografia Fabrizio Favale
Assistenza alla creazione Andrea Del Bianco
Danzatori (cast variabile) Daniele Bianco, Vincenzo Cappuccio, Andrea Del Bianco, Martina Danieli, Fabrizio Favale, Francesco Leone, Angelica Margherita,Valentina Palmisano, Mirko Paparusso, Filippo Scotti
Immagini, scene e costumi First Rose
Produzione KLm –Kinkaleri, Le Supplici, mk
Project manager Andrea A. La Bozzetta
Progetto speciale inaugurato da Agorà e Le Supplici
Con il contributo di MiBAC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna – Area Metropolitana di Bologna – Destinazione Turistica nell’ambito di Bologna Estate 2021 e Fondazione Del Monte
In collaborazione con Sementerie Artistiche, Azienda Agricola Valle Torretta, Crevalcore / PerAspera Festival
con il sostegno di ATER / h(abita)t – Rete di Spazi per la Danza / Sementerie Artistiche, Crevalcore, Teatro Consorziale di Budrio
Hanno collaborato con la Compagnia e realizzato le precedenti edizioni del progetto Stagione Agorà / Associazione Liberty, Bologna; AMAT Marche; PerAspera Festival, Bologna; Festval Città Cento Scale, Potenza
The Creation of Seasons è stato realizzato con il sostegno di MiBAC e di SIAE, in the program “Per Chi Crea”
Foto dal vivo Paolo Cortesi
Questo progetto ha vinto il Premio di Produzione “Per Chi Crea” 2019 di MiBAC e SIAE
Progetto dedicato a Ermanno Olmi.
Questo ciclo di performance coreografiche, che si presenta come infinito, narra di mutamenti di Stagioni che, parafrasando le Città di Calvino, sono invisibili in quanto immaginarie, inesistenti. Un progetto mai realizzato prima, che si svolge interamente all’aperto, in ambienti agricoli o industriali o nei dintorni selvatici. Le performance sono confermate con qualsiasi condizione meteorologica (sole, pioggia, neve…) che accomuna danzatori e spettatori nelle stesse condizioni inaspettate. Cadendo ogni anno nei giorni attorno agli equinozi e ai solstizi, questi eventi danzati appaiono all’interno e in dialogo con i paesaggi reali, descrivendo però esseri, linguaggi e mondi irreali. Un’esperienza unica, nell’incontro con la danza nelle sue forme più insolite e sognanti. Così, con le sue effimere e aliene apparizioni, con i suoi appuntamenti cadenzati per quattro volte all’anno, con la scoperta e la riscoperta di paesaggi e attività agricole, della cultura popolare, o con l’accostarsi a territori selvatici pressoché sconosciuti, questo progetto non è solo un esperimento coreografico, ma vuole essere anche una specie di processo di patrimonializzazione immateriale di ciò che ci circonda. La valorizzazione del paesaggio esistente, attraverso quello inesistente.
STAMPA
Un commento a Le Stagioni Invisibili – Ciclo Coreografico Infinito
a cura di Fabio Acca, studioso e critico teatrale
“Per comprendere facilmente cosa si intende quando si parla di “terzo paesaggio della danza”, bisognerebbe partecipare alle “stagioni invisibili” realizzate da Fabrizio Favale Le Supplici. Nel quarto episodio “estivo”, per esempio, si è calati in una condizione creaturale, in cui il disegno coreografico si fonde col paesaggio. Il silenzio fa da cassa di risonanza al ritmo intimo della natura, in una simmetria straordinariamente toccante tra arte e vita.”
Spettacolo visto il 19/05/2019 presso Oasi di ripopolamento La Rizza di Bentivoglio (BO)
Danza. Le quattro stagioni itineranti di Fabrizio Favale
A cura di Giuseppe Distefano 8 giugno 2019
Con una peculiarità di grande respiro, di dilatazione percettiva, di mappatura organica, di “transumanza” partecipativa di parabole tra poesia e realtà, è il progetto Le stagioni invisibili realizzato da Fabrizio Favale con la Compagnia Le Supplici. Partecipare anche solamente a una delle quattro performance coreografiche nell’arco di un anno, che scandiscono il passaggio delle quattro stagioni, è anzitutto un’esperienza. Di condivisione. Dove il paesaggio diventa nutrimento dell’anima.
È un’immersione fisica, all’aperto, dentro scenari naturali, agricoli o industriali, che richiedono silenzio, ascolto, sguardo partecipe. Da esploratori. Come lo è il coreografo Fabrizio Favale, dedito da sempre a perlustrare con la danza paesaggi geografici e naturali evocandoli sulla scena, nei musei, o in altre location non tradizionali, suscitando vedute, luoghi concreti e spazi infiniti. O vivendo i luoghi direttamente. Come, appunto, per il progetto Le stagioni invisibili – ciclo coreografico infinito (progetto speciale di Agorà con la direzione artistica di Elena Di Gioia, e promosso dalla Unione Reno Galliera, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, produzione Associazione culturale Liberty), volto a scoprire “territori d’incanto e apparizione”, come li definisce lo stesso coreografo che, con la natura, motivo di continua ispirazione, coltiva una relazione di simbiosi, concreta e quasi sensuale.